"Dunque. Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti." "Avanza qualcosa?" "Sì, noi due, per esempio. O almeno, non per offendere, io."

martedì, aprile 10, 2007

Tangram

Nascerà il Partito Democratico. Semplificando, DS e Margherita si sommano, al netto di alcune loro costole riottose, che sceglieranno la (sempre dolorosa, in questi casi) via della scissione. Il 75% degli iscritti dei DS, che si appressano al Congresso, si è detto favorevole alla mozione che impegnerà il partito all’irreversibile scelta di confluire nel PD. Allo stesso tempo, però, leggo proprio oggi su “Repubblica” il seguente titolo: “PD, avanti tutta. Ma nelle sezioni i militanti si vedono come fratelli separati”.
La creazione del PD non è riconosciuta come un processo che viene dal basso. Le rispettive basi, di post-comunisti e post-democristiani sembrano piuttosto subire questa aggregazione coatta.
Si dirà: “Ma come? E i quattro milioni di votanti delle primarie? Non sono quelli forse la base del PD, non sono i fratelli finalmente uniti?
Forse sì, ma, anzi soprattutto, forse no. Sono incline a pensare che quello fosse (e sia tuttora) un pezzo di Italia che si caratterizza per la propria fortissima contrarietà alle recenti evoluzioni della nostra società: l’allontanamento progressivo se non dalla lettera, sicuramente dallo spirito della Costituzione, la chiusura sempre più impermeabile della politica alle istanze della società civile, il sentimento di inutilità che accompagna i sempre più rari momenti di partecipazione, la sottomissione della politica all’economia, il rifiuto di un modello culturale e sociale esclusivamente mutuato dalla televisione, l’individualismo assoluto (prima ancora che la solitudine) che trae origine da un consumo compulsivo, disperato, bulimico. Il popolo delle primarie non era formato da gente che desidera vedere film bulgari con i sottotitoli in uzbeko, ma da persone che, tutto sommato, non capiscono perché sia necessariamente impossibile che una volta al mese in prima serata ci venga servito Albertazzi o Fo (o chi altri volete voi) che legge le pagine più belle di Dickens o Pirandello. E, con l’amarezza della minoranza bistrattata che non ha cittadinanza televisiva, benedicono (sic!) Piero Angela. Culturalmente, prima ancora che politicamente, quei quattro milioni di persone hanno benedetto e dato forza al progetto che intendeva sconfiggere Berlusconi, perché identificano quest’ultimo come il soggetto che – pur in ottima e varia compagnia – ha massimamente accelerato lo sfilacciamento del (certo di per sé già non saldissimo) tessuto sociale italiano.
Ma questo non è il popolo del PD, prima di tutto perché tanto a destra, quanto a sinistra ci sono persone che rifiutano il modello culturale – e dunque sociale, sempre più - al cui affermarsi Berlusconi ha contribuito grandemente. Inoltre, un conto è dare una testimonianza (che è quel che, credo, ha animato chi votò alle primarie del centrosinistra, dove, si ricorderà, c’era un bel nulla da decidere, essendo Prodi il solo candidato), ben altro conto è dare la propria adesione ad un progetto politico.
Ma esiste questo progetto politico? Qual è la mission del PD, direbbero gli aziendalisti (tutti, non solo i consulenti globali di Publitalia)? Non riesco a trovarne una. Senza stare a scomodare le ideologie, che riposano in pace sul polveroso scaffale del Novecento, in un’economia di mercato con sempre meno regole ed un sempre minore ruolo dello Stato la questione che ancora differenzia socialisti e liberali europei è quale grado di priorità si dia alla redistribuzione del reddito ovvero quale sia il desiderato grado di correzione per opera della mano pubblica alle risultanze del mercato. Un PD che sommi, senza saperle fondere, le diverse tradizioni politiche dei soggetti che vi confluiscono non saprà mai avere una voce chiara, riconoscibile, univoca su questo tema fondamentale. E, del resto, come si può ragionevolmente pretenderla da un soggetto che, prima ancora di venire alla luce, sa che sconterà la contraddizione di essere sinistra in Italia e di non poterlo essere in Europa, per propri irrisolti ed irresolubili contrasti interni? Prima ancora che senza un’identità programmatica (il che già di per sé sarebbe motivo sufficiente a rivedere il progetto), il PD nasce per scelta, cioè programmaticamente, senza una sua possibile propria identità.
Allora, di che si sta parlando? Parliamo, credo, di strategia della tattica. Il PD è strategico perché è il soggetto: i) che ha una sufficiente massa critica per vincere le elezioni in un sistema bipolare, senza pagare, come oggi accade, un tributo eccessivo ai partiti minori, evitando contestualmente che ii) quella parte di mondo cattolico oggi schierata a sinistra si faccia vincere dalle tentazioni neocentriste e proporzionaliste impersonate da Casini, nella consapevolezza (o speranza) che iii) tutto quello che viene lasciato a sinistra del PD sarà comunque sommabile e spendibile.
In Parlamento, i favorevoli al bipolarismo sono in numero maggiore dei fautori al ritorno al proporzionale senza premio di maggioranza. Le ragioni sono presto dette: si tornasse al proporzionale, AN, nonostante il percorso ormai quasi ventennale di avvicinamento al centro, sarebbe rispedita all’ala destra, ben pasciuta di consensi, inspendibili però da chicchessia; attorno a Casini si ricoagulerebbe la vecchia DC, che, riprendendosi lo spazio occupato oggi da una FI dalla leadership spompata, darebbe vita, senza dubbio, ad un partito in grado di ottenere con facilità e regolarità la maggioranza relativa; il PD (pur nella ottimistica ipotesi che riesca nell’unità a sinistra, cosa tutt’altro che scontata) sarebbe in questo scenario un soggetto che, pur dopo i tanti sacrifici compiuti (la svolta - che per alcuni fu abiura - l’entrata nel socialismo europeo, la fornitura di prove provate di fedeltà atlantica), mai avrebbe alcuna concreta speranza di vittoria alle elezioni.
Allora, si rimarrà nel bipolarismo (con tutta probabilità rafforzato da un sistema elettorale maggioritario), perché FI, AN, DS e gli ex democristiani oggi nella Margherita non vogliono il ritorno della bianca balena.

Avete presente il Tangram, quell’antico gioco cinese in cui sette figure geometriche, disposte in maniera acconcia, formano un quadrato perfetto? Ecco, il PD sembra nascere con l’esclusiva ragione di disporre la figura geometrica seconda per grandezza, in maniera tale che l’unica altra figura più grande non riesca a trovare spazio.
Mi sembra poco. Davvero poco.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Odio la politica!
Cià
;)

10 aprile, 2007 13:35

 
Anonymous Anonimo said...

Caro Lollo, nutro le tue stesse perplessità e mi rallegro, o mi dispiaccio dovrei dire, che le cogli anche tu. Io infatti noto da tempo che la politica è ormai lontana anni luce dai cittadini: mi colpisce che anche chi la segue più da vicino come te, e che quindi dovrebbe avere maggiore difficoltà a notare questa distanza, non possa ormai fare a meno di constatarla.

10 aprile, 2007 14:15

 
Anonymous Anonimo said...

Per chi, ignorante come me, volesse un chiarimento sul Tangram potete guardare al link... dopodichè...

Partito Democratico
Io sono una fautrice del partito Democratico... e sono una dei 4milioni delle primarie... e ti dirò che ero addirittura scrutinatrice!
Politicamente non mi sono mai riconosciuta nei partiti attuali... e ripongo molta speranza in questo nuovo soggetto, se per qualche motivo non dovesse nascere dubito che prenderò mai una tessera di partito.
Con tutto ciò non nascondo che ci siano diverse difficoltà nella sua realizzazione.
Probabilmente il motivo della mia adesione è che io non faccio parte della base di nessuno dei due partiti. Ma penso che ci sia una base nei due partiti che voglia l'unificazione... il problema è che si teme (cosa più che legittima) la dispersione dei propri valori e la commistione o la possibile confusione con personaggi diversi provenienti dall'altra metà del cielo.
Ad esempio una mia amica DS dice che fa fatica a vedersi nella stessa entità politica che può comprendere personaggi come De Mita o simili...

Detto ciò, indubbiamente è però l'unico modo per poter garantire nel bipolarismo attuale una forte attrattiva politica capace (spero) di scongiurare il ritorno definitivo della DC in tempi brevi... anche se alla fine forse sarà lo stesso PD a rischiare di essere confuso con una nuova Balena Bianca...
Mamma... che casotto che sto a fare!
Non so se si è capito qualche cosa...

Sul sistema elettorale purtroppo temo che ci terremo questo confuso proporzionale... e temo molto che non riusciranno ad alzare la soglia al 4/5% [che almeno ci salverebbe dai mini partiti/ago della bilancia].
Io pero' vorrei il VOTO DI PREFERENZA!!! Non sopporto di votare una lista bloccata, e di non sapere chi sara' il mio rappresentante!

Va beh... stacco e torno al lavoro!
CIAO

10 aprile, 2007 14:36

 
Anonymous Anonimo said...

Finiti i congressi.... parte la fase costituente, stiamo a vedere, io ci voglio credere!
CIAO

22 aprile, 2007 13:35

 

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