"Dunque. Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti." "Avanza qualcosa?" "Sì, noi due, per esempio. O almeno, non per offendere, io."

mercoledì, febbraio 06, 2008

Ciascuno secondo le sue capacità, ognuno secondo i suoi bisogni

Son tante le questioni all’attenzione
di saggi, di filosofi e sapienti.
L’Essenza delle cose, che Platone
Idea chiamò, dicendoci valenti

a coglierne null’altro che un riflesso.
O l’obbligo del Dovere kantiano,
che vede esclusivamente in sé stesso
il presupposto dell’agire umano.

Ancora, l’impossibile fatica
di dare al mondo senso e direzione.
Non c’è chi questo meglio e più lo dica
di Wittgenstein, che nega ogni occasione,

prima ancor che al capire, al poter dire.
Ed ultimo il portato disgregante
di quel che Popper ebbe a definire
una cosa da cui ben sia distante

la pura mente vergine del bimbo.
A me vien solamente di poetare
su cose che si perdono nel limbo
dell’inutile, del particolare.

Ad esempio, mi dà un gretto piacere
raggiungere una vana perfezione,
lasciando netto, lindo lo sfintere,
espletata una copiosa eiezione.

venerdì, febbraio 01, 2008

Black dog

Bartho se ne stava appoggiato ad una quercia, a riposare. La lunga fuga lo aveva provato ed anche Koryx, cavallo nero, lucido, degno d’un Re, era sfiancato. Immerso nel bosco, ascoltava il fruscio continuo delle fronde, ad occhi chiusi. Nelle narici aveva il profumo del cuoio della lorica, in bocca il sapore della liquirizia. Sessanta miglia cavalcate furiosamente avrebbero spezzato la schiena a chiunque. Qualunque bestia sarebbe stramazzata al suolo, vinta dalla fatica. La paura, però, aveva saputo spingerli oltre i loro stessi limiti.
Dapprima si era lanciato lungo il corso del fiume. Poi, proprio nel punto in cui il verde si faceva tanto fitto da farsi notte, si era infilato nella foresta. Sempre al galoppo, senza voltarsi mai, quasi assaporava le frustate a sangue dei rami sulle braccia nude.
Ancora una volta, Bartho era sfuggito al suo destino.
Non pensava quasi più, Bartho. Scappava perché cercavano di ucciderlo. Ma non sapeva più la ragione per la quale aveva dovuto iniziare a fuggire. Non gli interessava più neppure ricordarla. Nei (sempre più) rari momenti di tregua, nei quali riusciva a lasciarsi indietro i cinquanta uomini, i cinquanta assassini, le cinquanta belve che il Cane Nero gli aveva sguinzagliato appresso, Bartho sintetizzava pensieri elementari, sulla regolarità del moto delle nuvole in cielo piuttosto che sulle carni sode dell’ostessa di Claterna.
Allungò una mano sul terreno e gli parve di sentire una vibrazione. Istantaneamente rivolse tutti i sensi a captare il pericolo, il nemico. A sentire arrivare la morte. Alzò gli occhi verso Koryx, interrogandolo mutamente. Il corsiero, scalciando nervoso, confermò: gli stavano di nuovo addosso. Bartho montò in sella e spronò vigorosamente. Non conosceva la foresta. La sola cosa certa era che loro erano dietro di lui. E allora doveva andare avanti, qualunque cosa ci fosse stata oltre la selva. Cercò di orientarsi con il rumore del fiume, ma senza successo. C’era solo da proseguire, senza domandarsi nulla. Bisognava solo andare avanti. E in fretta. La boscaglia andava diradandosi e il sole filtrava sempre più tra i rami. Koryx, sicuro, guidato dal suo istinto, avanzava ormai agilmente.
Il grande spiazzo si aprì inatteso davanti agli occhi di Bartho. Laggiù, finalmente, la salvezza. Tra la radura e la fuga risolutiva, quella che gli avrebbe dato di nuovo la libertà, c’era un salto di dieci metri. Lui e Koryx ce l’avrebbero potuta fare.
No. Lui e Koryx ce l’avrebbero fatta.
Senza un briciolo di esitazione, Bartho conficcò gli speroni nei fianchi del cavallo che nitrì e si lanciò come una folgore verso il vuoto. Bartho aveva i sensi tesi allo spasimo, tutto se stesso raccolto come una catapulta pronta a vibrare il colpo. Koryx era un cavallo formidabile, si staccò da terra esattamente sul limitare della roccia.

Si dice che, quando stiamo per morire, tutta la vita ci passi in pochi attimi dinanzi agli occhi.
Tutto ciò che Bartho pensò era che volare era davvero meraviglioso.