"Dunque. Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti." "Avanza qualcosa?" "Sì, noi due, per esempio. O almeno, non per offendere, io."

domenica, aprile 06, 2008

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In questi giorni, sono molto popolari sulla rete i test di auto posizionamento politico. Praticamente, si dà risposta ad una serie di domande su alcuni dei principali temi oggetto di dibattito e alla fine si ottiene un diagrammino, nel quale sono evidenziate le distanze tra chi fa il test e i vari partiti che sono oggi impegnati nella campagna elettorale. Ne ho fatti un paio, che mi hanno dato risultati tra loro molto diversi. In un caso, le mie posizioni si sono sovrapposte in maniera praticamente perfetta a quelle di un certo partito; nell’altro la minor distanza rilevata (comunque significativa) era quella che mi separava da una formazione politica che appartiene ad uno schieramento per il quale non ho mai votato. Come sempre accade nelle indagini di qualsiasi tipo, le risposte possono venire facilmente influenzate dal modo in cui sono formulate le domande: ad esempio, un conto è chiedere se si vuole il ritiro delle truppe dall’Afghanistan; un altro è chiedere se si è favorevoli ad un loro aumento, come richiesto all’Italia dagli USA. L’introduzione nella domanda dell’elemento “fedeltà atlantica” sicuramente non è neutrale rispetto al tema “ritiro dall’Afghanistan” ed esso finisce per avere un forte impatto sulle risposte. Credo che, in realtà, la valutazione vada fatta al contrario, cioè misurando la distanza dei partiti dalle nostre convinzioni.
Io vorrei un paese più autonomo dalle ingerenze vaticane e dunque sono favorevole alla più ampia libertà di ricerca, sono contrario all’equiparazione tra scuola pubblica e privata, sono contrario alla revisione della legge sull’aborto, sono favorevole alla regolamentazione delle unioni civili per i conviventi, che è giusto non chiamare “matrimonio” (in senso antropologico), ma che generano “famiglie” che vanno riconosciute dall'ordinamento e tutelate giuridicamente.
Vorrei un paese che persegua un europeismo non di facciata. Da anni sono convinto che quest’economia globalizzata potrà trovare un suo equilibrio solo quando si saranno affermate tre grandi macroaree (attorno a euro, dollaro e yuan rispettivamente), omogenee e liberalizzate al loro interno, ma ben protette ai loro confini. Vorrei un paese che lavorasse perché il nostro blocco diventi omogeneo e saldo il prima possibile, perché questa è la sola maniera di guadagnarci il lusso di rimanere quello che siamo oggi. Per questo essere ricompresi nel corridoio 5 è troppo più importante delle ragioni pur giuste, ma particolari dei comitati NO TAV.
Penso – come dice Giulio Tremonti – che bisogna lavorare per una nuova Bretton Woods e per la riforma del WTO. Penso che bisogna impegnarsi per il rilancio delle grandi istituzioni internazionali, per affermare un vero multilateralismo nella politica estera mondiale.
Vorrei che qualcuno avesse il coraggio di dire che la lotta di classe esiste ancora, ma che le classi sono cambiate. Oggi la lotta di classe è tra i giovani ed i vecchi. Non vedo nessuno che si domanda se non vi sia qualcosa di sbagliato e di perverso nel fatto che il nostro mercato del lavoro prediliga i giovanissimi diplomati ai laureati. Io credo che quando un sistema spinge a non studiare, a non prepararsi ci sia qualcosa di incredibilmente sbagliato. Penso perciò non che siano da proibire le forme contrattuali atipiche, bensì il loro uso così disinvolto. Le aziende hanno il sacrosanto diritto di poter gestire - anche tramite il lavoro parasubordinato - temporanei picchi e momentanee crisi, ma il sistema oggi in vigore di fatto impone a chi entra nel mondo lavorativo dai 4 ai 6 anni in media di insicurezze e disparità di trattamento, senza che alcun soggetto organizzato possa o sappia rappresentarne e difenderne le esigenze. Per questo sempre più ragazzi preferiscono non continuare a studiare: se, per poi trovare un posto a tempo indeterminato, si devono passare almeno 4 anni di lavoro precario, sottopagato e che poco o nulla contribuisce alla pensione, allora è ragionevole scegliere che questi anni siano ancora quelli in cui si è in famiglia e si è ancora giovanissimi. Oggi, in quelle famiglie fortunate in cui questo può avvenire, i padri e i nonni sussidiano i figli e i nipoti. Penso dunque si debba avere il coraggio di rivedere certi meccanismi ormai acquisiti, come la frequenza con cui le carriere automaticamente avanzano grazie agli scatti di anzianità, e di innalzare in maniera considerevole l’età a cui si va in pensione.
Penso che il varo di una legge sul conflitto di interessi e l’introduzione di un maggiore pluralismo nel mercato dell’editoria e della raccolta pubblicitaria siano due priorità assolute.
Penso che l’indipendenza della magistratura, frutto di un dettato costituzionale antifascista, sia un bene comune da preservare.
Penso sia giusto ribadire che il compito di ogni governo deve essere facilitare la creazione di nuovo reddito ed attuare meccanismi di redistribuzione, piuttosto che favorire l’accumulazione di ricchezza.
Penso che si possa scegliere di abbassare il carico fiscale, riducendo la spesa pubblica e le competenze nazionali a favore delle regioni, ma solo a patto che l’Italia continui ad essere un paese in cui non si muore per strada, in cui a nessuno è negata almeno la sussistenza e in cui i diritti fondamentali (istruzione, salute, sicurezza) continuano ad essere garantiti ad un livello omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Penso che ci sia bisogno di fare chiarezza estrema tra liberalizzazioni e privatizzazioni. Sono a favore della presenza di una pluralità di attori in tutti i settori economici, ma ritengo che in Italia, in quella che si è chiamata “la stagione delle privatizzazioni”, ci si sia invece limitati a trasformare gli ex monopoli pubblici in monopoli privati. Credo che oggi sia fortissima l'esigenza di rimediare a questo errore.
Penso che il nostro paese sconti una dipendenza energetica troppo grande e che un progressivo ridursi del fabbisogno del petrolio, nell’attesa – almeno ventennale - che le fonti rinnovabili possano essere sfruttate grazie a tecnologie più efficaci ed efficienti, possa essere realizzato sia tramite la realizzazione dei rigassificatori, sia tramite un ritorno al nucleare.

Ecco, io sto qui.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Anche io ho fatto uno di quei test... ne proverò altri per verificare il risultato.

Sono abbastanza d'accordo su tutto... Sulle energie alternative al petrolio magari parliamone meglio, al nucleare sono piuttosto contraria (anche se ora come ora la non coerenza italiana è evidente, acquistiamo energia da paesi che la producono così e in più se in questi ci fosse un incidente ne avremmo anche noi le conseguenze...).
Mi sa che ne riparleremo a breve... ormai manca poco.

Piuttosto, quando pensi di candidarti che magari io penso di votarti?

CIAO

08 aprile, 2008 10:02

 
Anonymous Anonimo said...

Molto bello questo articolo, sono praticamente d'accordo con tutto quanto evidenziato e letto...
Ritengo che il nostro paese sia dominato dall'incertezza e dal qualunquismo, dove chiunque cerca il consenso popolare rigirando la frittata come meglio crede opportuno, dove si propone di fare tanto ma non si fa quasi nulla perchè fa comodo così, siamo fuscelli in balia del vento, niente più, c'est la vie...

HBK

08 aprile, 2008 18:25

 
Anonymous Anonimo said...

Avrei avuto voglia di annullare il mio voto, verbalizzare il mio disapputo verso tutto e tutti. Ho sempre pensato e continuo a pensare che le uniche differenze siano agli estremi e che le vie di mezzo non esistono o se esistono sono uguali.
Sono rimasto deluso come tante persone di sinistra dal comportamento del Governo uscente..al momento dell'elezione ho pensato: speriamo bene... dopo pochi mesi ho capito che il partito da me votato era schiavo delle poltrone e che tutto avrebbe fatto meno che portare una parte di ideali in questo governo. Rimpiango il vecchio Fausto autore della caduta di Dalema...criticato da tutto e da tutti ma ricordo con piacere le "palle" che ha tirato fuori in quel momento e mi sono sentito orgoglioso. Vaghi ricordi ormai,perchè non c'è più ombra di tutto questo in lui.
Ho sperato a lungo in un cambio al vertice di quella "sinistra critica" vista da molti come il cancro dello sviluppo ma ciò non è avvenuto.
Nonostante tutto continuo a credere in determinati valori e continuo a difenderli; crescere in una città prettamente proletaria ti indottrina in qualche modo ma il mio è stato un percorso inverso (sorpresa!)e solo negli utlimi 10 anni mi sono avvicinato alla sinistra radicale. Sono atipico, non sono un fondamentalista/integralista perchè odio i sindacati in tutte le loro forme, perchè li vedo come la rovina dei lavoratori, perchè non operano per i lavoratori, perchè in fondo Fausto nell'ultimo governo è stato un sindacalista che ha lottato per se e non per noi.
La tua opinione e la tua scelta in molti punti è condivisibile e hai ragione in tante cose, ma non riesco a votare per uno schieramento che ha gettato i pacs nel cesso, che ha nel suo interno radici clericali e che si avvicina troppo all'altro schieramento. Vuoi sapere quando ho capito che avrei rivotato a sinistra? Quando una persona mi ha detto "non gettare il tuo voto...vota PD o PDL, è per il bene dell'Italia".

11 aprile, 2008 20:24

 
Anonymous Anonimo said...

Purtroppo, come più volte condiviso con Lorenzo, penso che il vero male dell'Italia siano gli italiani. O meglio, gli italiani per come sono diventati negli ultimi anni, egoisti e senza nessuna attenzione e percezione del bene comune. Per questo esultano ad ogni privatizzazione, per questo votano perchè conviene e non perchè credono in qualcosa. L'ignoranza ed il qualunquismo regnano tra noi, e non c'è da stupirsi se il messaggio più acclamato è quello sull'eliminazione dell'ICI o del bollo. Siamo in una grande televendita, con 100 euro si compra qualsiasi voto.

17 aprile, 2008 12:51

 

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